Inchiesta sul BIM: lo stato dell’arte, le aspettative e i timori dei protagonisti
I risultati dell’inchiesta sul BIM: un’analisi su professionalità, contesto di mercato e future criticità del Building Information Modeling
Sono online i risultati dell’ inchiesta sul BIM promossa da ACCA software su un campione di professionisti scelti tra architetti, ingegneri ed esperti operanti nel settore delle infrastrutture e dell’ingegneria civile.
La ricerca, condotta dall’agenzia Kickthecan, ha messo in luce per la prima volta le aspettative e i timori dei professionisti del settore della progettazione in un momento storico molto interessante per il mercato italiano, alle prese con l’obbligatorietà del BIM negli appalti pubblici e con la progressiva emersione di nuovi e dinamici player nel settore della progettazione.
Si tratta di risposte che forniscono un’indicazione precisa e disincantata delle criticità che impediscono la piena diffusione dell’approccio BIM in Italia.
Molte interessanti professionalità si stanno sviluppando ultimamente sul mercato italiano, che si presenta come uno dei più promettenti a livello europeo. Il nostro impegno nel seguire l’evoluzione e la maturazione del BIM esce rinvigorito dai risultati di quest’indagine che ci consentirà di collaborare in modo più efficiente con tutti gli operatori locali grazie ai loro preziosissimi suggerimenti.
Guido Cianciulli, amministratore unico ACCA software
Qualche risultato.
L’analisi ha fatto emergere molti dei dubbi che si pongono oggi gli operatori riguardo ai problemi del Legal BIM, all’effettiva bontà della formazione e alla modellazione di stampo anglosassone che non riesce ancora a cogliere le specificità del contesto nostrano.
Molto interessanti le valutazioni rispetto all’approccio collaborativo introdotto dal BIM:
- il 15,4% del campione risponde che “non crede si arriverà alla piena cooperazione tra attori della filiera”;
- ben il 76,6% ritiene che “si raggiungerà, ma con grande fatica”;
- solo l’8% sostiene che “si raggiungerà per forza di cose e anche con una certa rapidità”.
Tra i fattori che impediscono la diffusione del BIM su larga scala viene indicata la “generalizzata resistenza al cambiamento” (54,7%), imputando le maggiori responsabilità di queste resistenze a piccole imprese (50,2%) e ad Enti e Amministratori pubblici (40,8%).
Inoltre sono considerati elementi di resistenza nell’adozione diffusa del BIM le problematiche legate al ‘Legal BIM‘, e nello specifico alla proprietà intellettuale e alla gestione dei dati (39,8%) ed al modo in cui i protocolli BIM devono essere incorporati nei contratti (38,8%).
Altri interessanti spunti di riflessione provengono dalle risposte relative al fabbisogno formativo dei professionisti interpellati.
Ben il 45,3% del campione giudica ‘scarsetta‘ la qualità media dell’offerta formativa, mostrando una certa diffidenza verso il fiorire di proposte commerciali a volte di dubbia bontà e non certo a buon mercato.
Rispetto invece alla capacità di interpretare correttamente le culture progettuali nazionali da parte degli applicativi BIM nati fuori dall’Italia, più della metà degli intervistati (54,2%) ha dichiarato che i pacchetti software sviluppati in area anglosassone e tedesca ‘colgono poco‘ le specificità del contesto nostrano e dei suoi sistemi costruttivi, fornendo un’indicazione molto precisa agli sviluppatori che intendono approcciare con successo il promettente mercato italiano del BIM, oggi in grandissima espansione.

Questa inchiesta è molto interessante.
Stiamo lavorando nel prossimo rapporto dell’EU BIM Observatory e introdurremo queste informazioni.
Possiamo pensare anche a forme di collaborazione future per gli anni successivi.
Saluti
Ciao Ignasi,
grazie dell’apprezzamento.
Ci fa piacere che le informazioni derivanti da questa inchiesta da noi commissionata possano essere introdotte nei Rapporti dell’EU BIM Observatory.
Ci sentiamo nei prossimi giorni e ci organizziamo.
Saluti da tutti noi.