Che cos’è la ISO 16739?
La ISO 16739 è lo standard internazionale che definisce le caratteristiche del formato IFC per la condivisione dei dati in un processo BIM
La ISO 16739 definisce l’IFC, il formato aperto, non proprietario e indispensabile per lo scambio dati tra utenti che utilizzano software diversi, all’interno dello stesso processo BIM.
Vediamo cosa stabilisce la ISO 16739 e a cosa serve il formato IFC.
Intanto, se ti occupi di BIM o vuoi visualizzare e gestire un file in formato IFC, di consiglio di utilizzare un BIM management system, semplice, veloce e gratuito.
Che cos’è la ISO 16739?
La ISO 16739:2013 “Industry Foundation Classes (IFC) per la condivisione dei dati nei settori dell’edilizia e della gestione delle strutture” è uno standard internazionale aperto per i dati BIM che sono scambiati e condivisi tra applicazioni software utilizzate dai diversi partecipanti in un progetto di costruzione o di facility management.
In pratica, la norma definisce:
- uno schema di dati concettuale;
- un formato di file di scambio per i dati che entrano in gioco nel processo BIM.
Viene esplicitata l’elaborazione di un linguaggio informatico EXPRESS-G e XML di ogni dominio e attributo di riferimento, definendo nello specifico descrizione, uso e legami con altri domini. Possono essere utilizzati anche formati file alternativi ma solo se conformi allo schema concettuale.
E’ subito evidente che il contenuto della norma è destinato soprattutto ai programmatori e sviluppatori, ma capire l’origine dei dati e le loro caratteristiche può essere utile anche per i progettisti, al fine di gestire correttamente l’esportazione dei dati in formato IFC dal proprio software di BIM authoring.
Infatti, la normativa esprime tutte le relazioni che un oggetto BIM deve avere, nella concezione sia delle sue proprietà sia delle relazioni che questo crea nell’associazione ad altri oggetti o sistemi mediante i parametri (PropertySet).
Ogni tipologia di oggetto è individuata da PropertySet e QuantitySet, suddivisi per Tipi ed Entità. Su questi concetti si basano i software BIM per distinguere i parametri specifici di ogni oggetto da quelli che individuano una tipologia di elemento comune a più oggetti.
Gli oggetti sono definiti da un dominio identificativo specifico e di tipo gerarchico, che caratterizza in modo preciso ogni singolo oggetto (per esempio, il dominio IfcDoor contiene specifici attributi per l’elemento “porta”) e, più in generale, individua una categoria di elemento (per esempio, il dominio IfcElement può caratterizzare un oggetto nella sua concezione più generica).
Rientrano nell’ambito della norma ISO 16739:2013:
- definizioni del formato di scambio BIM richieste durante le fasi del ciclo di vita degli edifici
- dimostrare la necessità;
- concezione del bisogno;
- delineare la fattibilità;
- studio di fattibilità sostanziale e definizione dell’autorità finanziaria;
- delineare la progettazione concettuale;
- progettazione concettuale completa;
- progettazione coordinata;
- appalti e piena autorità finanziaria;
- informazioni sulla produzione;
- costruzione;
- funzionamento e manutenzione;
- definizioni del formato di scambio BIM richieste dalle varie discipline coinvolte nelle fasi del ciclo di vita
- architettura;
- servizio di costruzione;
- ingegneria strutturale;
- approvvigionamento;
- pianificazione della costruzione;
- gestione degli impianti;
- gestione di progetto;
- gestione delle esigenze del cliente;
- autorità edilizia per autorizzazioni e omologazioni;
- definizioni del formato di scambio BIM tra cui
- struttura del progetto;
- componenti fisiche;
- componenti spaziali;
- elementi di analisi;
- processi;
- risorse;
- controlli;
- attori;
- definizione del contesto.
Che cos’è l’IFC?
Abbiamo parlato di file IFC, ma che cos’è di preciso? A cosa serve? Aiuta davvero il lavoro dei progettisti?
Il file IFC è un formato file aperto, non proprietario e può essere utilizzato per scambiare e condividere dati, durante le fasi di progettazione, costruzione, gestione e manutenzione, tra tutte le figure e le varie applicazioni sviluppate da differenti software house senza la necessità che queste debbano supportare file nativi (proprietari).
Progettato da buildingSMART International per sostenere l’interoperabilità tra chi lavora nel settore AEC, il formato IFC consente di produrre file che includono:
- informazioni geometriche delle varie entità di componenti edilizi “semplici” (muri, porte, solai, ecc.) e tutti dati ad essi associati;
- informazioni alfanumeriche (proprietà, quantità, classificazione, ecc.) che ne specificano i parametri, le proprietà fisiche, le informazioni per la costruzione, quelle per la manutenzione, ecc.
Per approfondire, leggi l’articolo “IFC file: tutto quello che devi sapere“.
IFC schema
Lo schema IFC può essere identificato come un sistema di archiviazione per l’organizzazione e il trasferimento di dati digitali, al fine di facilitare l’interoperabilità tra diversi soggetti.
L’IFC definisce un modello integrato con centinaia di entità organizzate gerarchicamente.
Sono 3 i concetti fondamentali su cui si basa la logica IFC e che ne rappresentano la struttura:
- IfcObjectDefinition – sta per tutte le entità (oggetti);
- IfcRelationship – riassume le relazioni tra entità;
- IfcPropertyDefinition – descrive le proprietà associate alle entità.

Diagramma composizione schema dati IFC
Nel dettaglio, lo schema IFC è un modello di dati standardizzato che codifica, in modo logico:
- l’identità e la semantica (nome, identificatore univoco leggibile meccanicamente, tipo di oggetto o funzione);
- le caratteristiche o gli attributi (come materiale, colore e proprietà termiche);
- le relazioni (inclusi luoghi, connessioni e proprietà) tra;
- oggetti;
- concetti astratti;
- processi;
- persone.
Un sottoinsieme dello schema di dati viene denominato Model View Definition (MVD). Le MVD rappresentano dei sottoinsiemi dello schema IFC definiti da buildingSMART International e che raggruppano determinate informazioni utili per specifici flussi di lavoro o usi nel settore dell’edilizia e del facility management.

Model View Definition
In pratica rappresenta una vista filtrata che contiene solo una parte di tutte le informazioni presenti nell’intero schema.
Ciascun flusso di lavoro identifica i requisiti di scambio di dati per le applicazioni software. Le applicazioni software conformi devono identificare la Model View Definition a cui si conformano.
Queste viste sono molto utili poiché permettono di rendere più semplice il processo di scambio dati e di evitare la condivisione di nozioni inutili o ridondanti, seguendo procedure standardizzate.

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