Gare BIM e digitalizzazione: il rapporto OICE 2022
1.033 bandi BIM nel 2022 (+88% sul 2021) per un valore di oltre 2,1 miliardi: anche grazie alla spinta degli interventi legati al PNRR la modellazione digitale vale quasi la metà del mercato pubblico
L’accelerazione positiva dei processi di digitalizzazione del ciclo di vita dell’opera, e in particolare quello della fase iniziale di progettazione, è ormai un fatto consolidato.
L’utilizzo del BIM, soprattutto nei bandi pubblici di progettazione, è sempre più diffuso ed il progresso più significativo si è concretizzato proprio nel 2022, come hanno rilevato i dati del VI Rapporto OICE sulla digitalizzazione e sulle gare BIM 2022.
Valori, quelli relativi alle gare BIM, destinati sicuramente a crescere anche nell’anno in corso (2023), considerato che a breve verrà varato il nuovo Codice Appalti, una delle riforme del PNRR che punta fortemente sulla digitalizzazione di tutto l’iter di realizzazione delle opere pubbliche, a partire dalla fase di gara.
Il Rapporto OICE sulla digitalizzazione e sulle gare BIM 2022 in sintesi
L’OICE (associazione organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica) rileva una grande crescita in numero e valore delle gare BIM: nel 2022 ha censito 1.003 gare di progettazione in BIM per un valore di oltre 2,1 miliardi, con un incremento di quasi l’88% in numero e di quasi 5 volte in termini di valore.
Impennata questa sostenuta senza dubbio anche dai corposi interventi previsti dai bandi PNRR.
Delle 1.003 gare, più del 75% sono sopra soglia UE; sotto soglia, ossia con BIM facoltativo, si registrano 241 bandi per un valore complessivo di circa 25 milioni.
ANAS, RFI, Agenzia del Demanio, Invitalia e Autorità portuale sono state le Amministrazioni più attive, per un valore pari al 75,9% del totale.
I bandi BIM sul totale degli affidamenti per servizi di architettura e ingegneria emessi nel 2022 sono in numero rappresentano il 18,8% dei bandi complessivi (+87,8% rispetto al 2021); sul piano del valore la quota sale al 47,6%, cioè quasi la metà (+484,3% sul 2021).
La maggior parte delle gare BIM ha riguardato l’affidamento di progettazione (66,8%), verifiche del progetto (18,5%), direzione lavori (3,7%); verifiche strutturali (4%), le attività per rilievi, topografia, servizi di supporto al R.U.P. per redazioni elaborati grafici, collaudi, sono ricomprese nella definizione di ‘altri servizi tecnici’ (7%).
L’88,7% del totale dei bandi ha riguardato interventi per opere puntuali (lo scorso anno la percentuale era all’81,7%); la restante percentuale era per opere lineari.
Nel 54,5% dei casi (547 su 1.003) il BIM è fattore premiale apprezzato in sede di offerta come ‘merito tecnico’ o come ‘metodologia’, con punteggi specifici che variano da 5,5 fino ad un massimo di 24 punti.
È infine interessante notare come oltre l’80% delle società di ingegneria associate dichiara di aver effettuato investimenti sul BIM.
“L’accelerazione positiva dei processi di digitalizzazione del ciclo di vita dell’opera, e in particolare quello della fase iniziale di progettazione, può essere agevolmente sostenuta solo attraverso una forte sinergia tra stazioni appaltanti, operatori, fornitori di strumenti e organismi di standardizzazione, attraverso una costante sincronizzazione delle esigenze e delle attese della committenza con la congruità di risorse economiche dedicate e adeguate funzionalità degli strumenti disponibili” ha sottolineato il presidente di OICE Academy Antonio Vettese.

Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!