L’importanza del BIM negli appalti pubblici e privati
Processi, fasi e documenti indispensabili per essere al passo con la gestione dei progetti e della loro realizzazione, secondo le richieste normative adottate in ambito BIM. Speech alla Convention ACCA 2021
Dal 2015 ad oggi stiamo assistendo ad un aumento considerevole ed esponenziale dei bandi pubblici in cui l’uso delle metodologie BIM è un requisito obbligatorio ed indispensabile (basti pensare agli ultimi appalti delle grandi stazioni appaltanti come il Demanio, ANAS o la Banca D’Italia).
La diffusione del BIM, tra i tecnici e le imprese edili operanti nel settore pubblico, ha determinato un utilizzo crescente di tali strumenti anche nel settore privato, con la conseguenza che negli ultimi 18 mesi si è registrata una forte accelerazione della sua diffusione in tutta la filiera AEC.
Questa rivoluzione digitale, investendo il settore delle costruzioni, ha generato un’ondata di cambiamenti che non sono solo meramente tecnologici, ma posso definirsi un vero e proprio cambiamento “culturale” che ha mutato radicalmente il “modus operandi” di tecnici, società di ingegneria, imprese e uffici tecnici delle PA.
Ma, come funziona una gara in cui è richiesto il BIM?
Il BIM nelle gare di appalto
Vediamo qualche breve cenno, rimandando ogni approfondimento all’intervento del 17 novembre alla Convention ACCA 2021, dedicato agli aspetti fondamentali del BIM negli appalti.
Le modalità da perseguire per impostare correttamente una gara in cui è richiesto il BIM sono presentate in modo esaustivo nella ISO 19650.
La ISO 19650 definisce un quadro concettuale per la gestione delle informazioni, che include lo scambio, la registrazione, l’aggiornamento e l’organizzazione per tutti gli attori durante tutto il ciclo di vita di un’opera. Per entrare nel dettaglio tecnico, è necessario fare riferimento agli allegati nazionali, evidentemente in accordo con la ISO ma contestualizzati rispetto all’ambito geografico; per l’Italia, l’allegato nazionale è rappresentato dalla UNI 11337.
Analizzando l’iter autorizzativo di un’opera pubblica dal punto di vista dell’uso del BIM, quello che una Stazione Appaltante deve inizialmente esplicitare sono i requisiti informativi, sulla base dei quali verranno eseguire le verifiche.
La ISO 19650 suddivide questo documento di specifiche (EIR – Employer Information Requirements) in 2 categorie: Project Information Requirements (PIR), ovvero i requisiti informativi di progetto, per le fasi di progettazione e costruzione; Asset Information Requirements (AIR), ovvero i requisiti informativi per la gestione dell’immobile stesso.
In Italia (UNI 11337) questo documento si chiama Capitolato Informativo (CI) e fornisce un modello di esempio. Il Capitolato Informativo è il documento emesso dal committente ed indirizzato ai potenziali affidatari, in cui vengono esplicitati i requisiti di gestione informativa relativi al progetto.
A questo documento si risponde con un’offerta, generalmente formulata sotto forma di documento gemello. In Italia si distingue tra Offerta per la Gestione Informativa (oGI), che risponde immediatamente al Capitolato ma precede la chiusura dell’accordo, e il Piano per la Gestione Informativa (pGI), documento che delinea nel dettaglio come verrà gestito il processo e che viene redatto dopo la sottoscrizione del contratto.
Altro documento è il BEP: in pratica rappresenta il momento in cui si pianifica la collaborazione sul progetto.
Il BIM Execution Plan indica in particolare uno specifico documento operativo (e contrattuale) all’interno del quale vengono definite tutte le modalità esecutive secondo le quali deve essere sviluppata e gestita una progettazione BIM-oriented.
Per finire la norma ci dice che il committente, prima ancora di incaricare un progettista, deve predisporre tutto quanto necessario affinché sia in grado di condividere i dati con questo progettista. In sintesi dice che il committente deve predisporre l’ambiente di gestione dei suoi dati (ACDat o CDE) che dovranno essere condivisi con gli altri progettisti.
Ricordiamo che il DL n.77/2021 (cd. DL Semplificazioni 2021), parla anche di BIM, individuandolo come protagonista degli appalti relativi alle opere finanziate dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e dal Fondo complementare (PNC).
In particolare il decreto introduce premialità per chi utilizza “metodi e strumenti elettronici nella progettazione” e gli strumenti BIM ai quali può essere attribuito il punteggio premiale “utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari, al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti”.
ISO 19650, IDP, BEP e CDE
Il 17 novembre, alla Convention ACCA, a partire dalle ore 17,00 Alberto Pavan e Elisa Sattanino del Politecnico di Milano parleranno degli aspetti normativi e procedurali che accompagnano le gare pubbliche in cui è richiesto il BIM.
L’incontro si propone di approfondire alcuni argomenti chiave di un approccio progettuale BIM, partendo dallo spunto delle novità normative: è infatti in corso l’armonizzazione della UNI 11337 con la nuova norma europea EN 19650 (già ISO 19650).
Come caratteristica di questa Convention 2021, l’incontro si caratterizza per un approccio in cui ogni argomento viene approfondito riferendosi alle varie fonti normative che lo affrontano, ma anche ad esempi concreti.
Si tratterà ad esempio del Capitolato Informativo, cioè di tutto quello che un committente deve chiedere al suo appaltatore e che questi dovrà chiedere ai suoi subappaltatori/subfornitori. Un tema vasto che si collega a vari altri problemi fondamentali e centrali: l’interoperabilità, gli AcDat con relative piattaforme sempre più complesse, i contratti collaborativi etc.
Partendo dai riferimenti normativi si illustrerà l’operatività reale di oggi, a monte ed a valle del singolo operatore. Il progetto infatti, non si esaurisce con la gara di appalto ma risulta essere in continuo divenire anche durante la fase di esecuzione, coinvolgendo tutti gli attori del processo.
Da qui la necessità di fornire ai professionisti del settore delle costruzioni un sistema in grado di consentire la gestione integrata delle attività e dei flussi della commessa con l’Ambiente di Condivisione Dati (CDE), secondo quanto previsto dalla norma ISO 19650 e la nuova UNI 11337 di prossima uscita.
Si parlerà di:
- Gestione delle gare, delle commesse e dei lavori nel panorama attuale;
- Dalla BS PAS 1192 alla UNI EN ISO 19650-1-2:2019, il CEN442 e la nuova UNI 11337, le linee guida per la gestione informativa (Organizzazione, Cespiti, Progetti, Commesse);
- Imprese, committenti e professionisti: necessità di nuovi strumenti per la redazione di Capitolati Informativi e Piani di Gestione Informativa in un ambiente integrato;
- UNI EN ISO 19650 e UNI 11337
- L’IDP (Information Delivery Planning), un nuovo strumento;
- La W-BS delle attività, l’IC-BS delle delivery e la matrice delle responsabilità (RACI);
- Verso l’integrazione dei Capitolati Informativi, le offerte ed i Piani di gestione informativa;
- Gestione delle consegne
- Come integrare flussi di attività e consegne, secondo la ISO 19650 e UNI 11337;
- Nuova applicazione online integrata in usBIM: usBIM.project;
- Caso applicativo.
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