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Il glossario del BIM, termini ed acronimi che devi conoscere

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La raccolta degli acronimi più ricorrenti del BIM: ecco il glossario che ti spiega tutte le sigle da conoscere per orientarti al meglio nel mondo del BIM

Se ti stai approcciando al mondo del BIM, probabilmente ti capita spesso di imbatterti in una moltitudine di parole e acronimi difficili da ricordare e, a volte, anche da comprendere. Per questo ti propongo un breve glossario in cui ho raccolto i principali acronimi del BIM, con relativa definizione, che devi assolutamente conoscere.

Prima di iniziare ti ricordo che, se ti occupi di BIM, puoi gestire tutto il processo e i flussi di lavoro utilizzando una piattaforma gratuita e semplice da utilizzare: usBIM.

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Il glossario del BIM

AIM – Asset Information Model / Modelling

E’ il modello informativo del bene creato dal team di progettazione BIM e consegnato all’utente finale per la gestione del manufatto. Si configura come un sottoinsieme del PIM e contiene tutte le informazioni utili al cliente per la fase di esercizio del manufatto (oggetti reali, virtuali, processi, utenti e quanto altro caratterizza la vita utile dell’opera stessa) e per la pianificazione degli interventi di manutenzione. Al pari del PIM è un contenuto a sviluppo “progressivo”, infatti le informazioni in esso contenute si aggiornano progressivamente in risposta ai dati relativi alle attività di manutenzione svolte sull’opera reale.

In sintesi, gestisce le informazioni dell’opera legate alle fasi di:

  • esercizio
  • manutenzione
  • gestione
  • pianificazione.

AIR – Asset Information Requirements

Definisce i Requisiti Informativi dell’Asset o cespite immobile per l’avvio della collaborazione disciplinata dal contratto d’appalto e per il controllo della qualità del prodotto. E’ uno strumento specifico di indirizzo che sta alla base della stipula di un contratto.

BCF – BIM Collaboration Format

Sviluppato nel 2009 e manutenuto da buildingSMART International, è un formato file che ha l’obiettivo di semplificare la comunicazione e lo scambio d’informazioni tra professionisti che collaborano allo stesso modello BIM. Si tratta di un formato aperto che consente l’aggiunta di commenti, note, segnalazioni e immagini ad un modello BIM in formato IFC. Tutto è gestito attraverso una piattaforma che “registra” chi e quando, ha aggiunto una nota ed un commento durante la fase progettuale ed esecutiva. E’, dunque, un formato di interscambio non utilizzato per comunicare informazioni geometriche, ma di carattere grafico/descrittivo in grado di illustrare ed agevolare le problematiche da risolvere, bypassando formati e flussi di lavoro proprietari.

La sua struttura è composta da:

  • viste del modello, catturate in formato .PNG (file immagine)
  • coordinate che esprimono la posizione del punto di vista dello scatto all’interno di un file IFC
  • commenti relativi ad alcune entità, referenziate rispetto agli elementi del modello.

I commenti sono collegati agli elementi del modello mediante ID univoci globali (GUID), per localizzare con precisione il problema all’interno del progetto.

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BEP – BIM Execution Plan

E’ il Piano che spiega come gli aspetti della gestione informativa di un incarico saranno eseguiti dal gruppo di fornitura. La parola Execution rimanda alla definizione di una fase esecutiva del BIM, ossia un piano che esplicita modalità operative.
Il gruppo di lavoro parte dai requisiti informativi sviluppati nell’ EIR per costruire una risposta puntuale alle richieste formulate dalla committenza tramite il BEP. E’ solitamente identificato con il Capitolato d’Appalto perché contiene i criteri di gestione della commessa, rispondendo ai requisiti dell’EIR in relazione a:

  • team di lavoro coinvolti
  • attività da sviluppare
  • consegne da rispettare.

Il BEP si riferisce alla singola commessa e dettaglia:

  • le strategie che il contraente intende adottare per soddisfare i requisiti dell’EIR
  • le modalità di generazione del contenuto informativo
  • le modalità di verifica e validazione del contenuto
  • le modalità di condivisione
  • le responsabilità assunte dagli utenti nello sviluppo del processo.

CDE – Common Data Environment

Nel glossario BIM non può assolutamente mancare il CDE (o ACDat come chiamato nella norma UNI) per la sua importanza come piattaforma digitale su cui basare l’implementazione del BIM.

CDE è l’ambiente di condivisione dei dati ovvero è fonte informativa, concordata per una determinata commessa o per cespite immobile, per raccogliere, gestire e inoltrare informazioni e dati per tutta la durata della gestione di una commessa.

E’ un ambiente virtuale in cui i soggetti accreditati possono raccogliere, gestire e condividere i dati relativi al progetto ed è il fulcro di un qualsiasi processo BIM.

La giusta soluzione CDE deve garantire:

  • l’accesso facilitato a tutti gli utenti del gruppo di progetto
  • la qualità informativa dei contenuti prodotti
  • la gestione delle informazioni per tutto lo sviluppo della commessa
  • la gestione delle informazioni durante la fase di esercizio del cespite immobile
  • la massima customizzazione rispetto al progetto e alla commessa
  • la “scalabilità” in funzione della mole del progetto che si sta seguendo.

Nel CDE è fondamentale prevedere, in accordo tra le parti, le modalità di produzione, consegna e gestione dei file, come:

  • i sistemi di nomenclatura e classificazione
  • i formati e il numero di file alla consegna
  • i ruoli e permessi nella commessa
  • i sistemi di metadati.

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COBie – Construction Operations Building Information Exchange

Format per lo scambio di informazioni non grafiche, necessarie alla fase di gestione del patrimonio immobiliare costruito. Definito nel 2007, ha avuto un aggiornamento approvato nel 2010 (COBie2). Nel 2011 è stato inserito dal NIBS all’interno del National BIM Standard (NBIMS-US). In pratica, Cobie è un foglio di calcolo xml che contiene diverse schede che elencano le informazioni sulle strutture dell’edificio, i pavimenti, gli spazi, i sistemi, le apparecchiature installate, documenti, ecc.

L’utilizzo del formato COBie, in sintesi, consente la condivisione di tutte le informazioni utili alla gestione dell’immobile e mantenendo tutte le reciproche correlazioni grazie alla strutturazione delle stesse all’interno del foglio di calcolo xml.

L’utilizzo di tale strumento si rivela particolarmente importante anche nel quadro della valutazione dei costi, attività fondamentale del facility management in quanto consente di valutare la convenienza degli investimenti finalizzati alla gestione dei beni immobili; l’individuazione delle scelte di gestione dei patrimoni immobiliari basate su tale parametro necessita infatti di dati il più possibile attendibili, così come di metodi per dare sistematicità e ordine a tali dati, in modo da ottimizzare le risorse disponibili, attività nel cui quadro l’approccio Bim rappresenta oggi uno strumento di elevata efficacia.

EIR – Exchange Information Requirements

E’ il documento di avvio della commessa e definisce i requisiti di base connessi allo scambio di informazioni tra committente e affidatario.

Costituisce il documento di riferimento sostanziale per lo scambio informativo in fase contrattuale e per tutta la durata del progetto.
Nelle UNI 11337, prende il nome di Capitolato Informativo.

Tramite l’EIR l’organizzazione proponente ha modo di definire:

  • le informazioni che necessita ricevere
  • le modalità di consegna
  • i tempi di consegna
  • il livello di approfondimento informativo
  • il livello di precisione delle informazioni
  • le caratteristiche informative tecnologiche
  • le caratteristiche informative gestionali.

Si compone di due parti sostanziali:

  • Sezione Tecnica
  • Sezione Gestionale.

Gerarchi requisiti informativi - glossario bim

 

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IDM – Information Delivery Manual

Il manuale di consegna delle informazioni, sviluppato da buildingSmart International, è una metodologia per la definizione dei processi e dei relativi flussi di informazioni durante l’intero ciclo di vita di una costruzione. E’ uno standard comunicativo che permette di uniformare e unificare lo scambio informativo tra gli attori del processo.

IDP – Information Delivery Planning

E’ il piano che definisce la programmazione della gestione delle consegne ed è redatto in fase di formulazione dell’offerta per poi essere ulteriormente dettagliato dopo il conferimento dell’incarico.

Rappresenta un passaggio fondamentale per il soggetto incaricato ed è propedeutico alla redazione dell’offerta, del piano di gestione informativa (BEP) e alla verifica della corretta esecuzione della commessa (redazione del PIM).

La richiesta dell’IDP nel Capitolato Informativo (CI/EIR), come parte integrante dell’offerta, garantisce una maggiore capacità di scelta e controllo da parte del soggetto proponente (apponting party), in fase di aggiudicazione, e obbliga ogni soggetto concorrente/incaricato a formulare piani di gestione informativa attentamente verificati in ragione alle proprie tempistiche effettive, alle reali capacità e alle risorse disponibili e impiegabili.

Si compone di:

  • MIDP – Master Information Delivery Plan
  • TIDP- Task Information Delivery Plan.

IFC – Industry Foundation Classes

Altro termine che non può mancare in ogni glossario BIM è IFC.

Si tratta di un formato file aperto, non proprietario, standard internazionale ISO 16739, utilizzato per scambiare e condividere dati, durante le fasi di progettazione, costruzione, gestione e manutenzione di un bene, tra tutte le figure coinvolte nel processo e indipendentemente dal BIM authoring che essi utilizzano.

E’ il più diffuso formato di scambio dati e può essere gestito da applicazioni sviluppate da differenti software house, senza la necessità che queste debbano supportare file nativi (proprietari).

Per approfondire leggi anche: “Formato IFC e Open BIM, tutto quello che occorre sapere” e “IFC file: tutto quello che devi sapere”.

Scopri cos’è l’IFC e perché l’openBIM rappresenta il futuro dell’edilizia

IFD – International Framework for Dictionaries

Denominato anche Data Dictionary, sviluppato da buildingSMART International, è un dizionario internazionale il cui scopo è chiarire univocamente definizioni e relativi significati di entità, prodotti e processi dell’industria delle costruzioni. In partica lo standard IFC descrive gli oggetti, come sono collegati, e come devono essere scambiati e archiviati i dati, mentre lo standard IFD descrive in modo univoco che cosa tali oggetti sono e quali parti, proprietà, unità e valori essi possono avere.

LOD – Level of Detail

Indica il livello della quantità e della qualità delle informazioni  geometriche presenti nella rappresentazione di un modello digitale. È una convenzione BIM che sostituisce le convenzioni tradizionali della “scala di disegno”. Invece di 1: 100 -1: 10, parliamo di LOD 100-LOD 500, ecc.

Il framework LOD definisce i seguenti requisiti di contenuto per gli elementi del modello:

  • LOD 100 – il modello Elementare può essere rappresentato graficamente nel modello con un simbolo o altra rappresentazione generica, ma non soddisfa i requisiti per il LOD 200. Informazioni relative all’elemento del modello (ad esempio, il costo per metro quadrato, il peso, ecc .) può essere derivato da altri elementi del modello.
  • LOD 200 – l’elemento del modello è rappresentato graficamente all’interno del modello come un sistema generico, un oggetto o un assemblaggio con quantità approssimative, dimensione, forma, la posizione e l’orientamento. Possono anche essere collegate all’elemento informazioni non grafiche.
  • LOD 300 – l’elemento del modello è rappresentato graficamente all’interno del modello come un sistema specifico, un oggetto, o l’assemblaggio in termini di quantità, di dimensioni, di forma, di posizione e orientamento. Informazioni non grafiche possono anche essere collegate all’elemento del modello.
  • LOD 400 – l’elemento del modello è rappresentato graficamente all’interno del modello come un sistema specifico, assemblato o oggetto in termini di dimensioni, forma, posizione, quantità e orientamento con dettagli per la fabbricazione, l’assemblaggio, l’installazione e le informazioni. Informazioni non grafiche possono anche essere collegate agli elementi del modello.
  • LOD 500 – l’elemento del modello è una rappresentazione verificata in cantiere in termini di dimensioni, forma, posizione, quantità e orientamento. Informazioni non grafico può anche essere collegato al elementi del modello.

LOI – Level of Information

Il livello di informazione, o LOI in breve, descrive il contenuto informativo di un oggetto BIM in un momento specifico del progetto. LOI si riferisce alle proprietà di un oggetto, ad esempio, dimensioni, specifiche del materiale, isolamento o costi dell’elemento da costruzione.

MVD – Model View Definition

Sono sottoinsiemi dello schema IFC definiti da buildingSMART International, che raggruppano determinate informazioni utili ad un determinato scopo.

E’ una vera e propria vista filtrata che riprende una parte delle informazioni presenti nell’intero schema. E’ indispensabile per rendere più semplice il processo di scambio dati ed evitare la condivisione di nozioni inutili ad un determinato scopo, seguendo procedure standardizzate.

Per approfondire, leggi: “Model View Definition (MVD) e interscambio dati BIM”.

OIB – Organization Information HandBook

Il Manuale di Gestione Informativa o OIB è un documento che nasce dall’esigenza di fissare regole di indirizzo complessivo, non relative alla singola commessa, al fine di organizzare in modo ottimale qualsiasi processo BIM.

In sintesi, è un documento strettamente connesso a strumenti come il Manuale della Qualità Aziendale (ISO 9000), che fissi regole generali di carattere organizzativo.

Infatti, con lo sviluppo del BIM, è risultata necessaria l’adozione di una disciplina in grado di strutturare i processi BIM, e rispondere alle esigenze dell’azienda nel suo insieme, al di là della singola commessa/intervento/contratto.

Non è più sufficiente, quindi, il BEP (BIM Execution Plan) perché non pensato per soddisfare la complessità del sistema, dei ruoli e dei processi a livello di “organizzazione”.

Attualmente la definizione di un Manuale di Gestione Informativa è una proposta ancora in via di sistematizzazione.

Per ulteriori approfondimenti leggi anche l’articolo: “Il Manuale di Gestione Informativa nei processi BIM”

OIR – Organizational Information Requirements

È’ uno strumento di indirizzo programmatico che definisce i requisiti informativo del committente a livello generale, in funzione degli obiettivi di sviluppo. È indipendente dal progetto e definisce le informazioni di cui necessita la committenza per implementare le strategie di crescita messe in atto e raggiungere gli obiettivi futuri.

Può investire diversi campi di sviluppo dell’organizzazione:

  • gestione d’impresa
  • tecnico
  • legale
  • commerciale
  • finanziario.

PIM – Project Information Model

Modello Informativo della Costruzione che raccoglie le informazioni dell’opera durante la fase di progetto e di costruzione, in risposta ai requisiti di informazione del datore di lavoro stabiliti nell’EIR. Si presenta come un modello federato che mostra le intenzioni architettoniche ed ingegneristiche dei progettisti e contiene anche una gamma di dati e documentazione non grafica. Il PIM quindi è progressivamente sviluppato attraverso una serie di scambi di informazioni e poi consegnato al committente per supportare le fasi decisionali.

In sintesi, gestisce le informazioni dell’opera legate alle fase di:

  • ideazione
  • pianificazione
  • progettazione
  • esecuzione.

PIR – Project Information Requirements

È uno strumento di pianificazione che definisce i Requisiti Informativi di Progetto che l’organizzazione pone. È fortemente dipendente dal progetto e indica quali informazioni sono necessarie per gestire opportunamente il progetto.

Può investire diversi campi di sviluppo della commessa:

  • gestionale
  • tecnico
  • legale
  • commerciale
  • finanziario.
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