Come progettare una scala: criteri, norme ed esempi da scaricare
Progettazione scale interne: ecco la guida completa con criteri generali, regolamenti, esempi e file da scaricare subito
Progettare una scala non è proprio un’operazione semplice. Occorre tenere in conto regole, tipologie, funzionalità, resa estetica, ecc. Se devi progettare una scala e cerchi consigli utili per la progettazione (calcolo dello sfalsamento, normativa e regolamenti vigenti, titoli abilitativi necessari, ecc.), in questo articolo trovi una guida pratica e completa di schemi, approfondimenti tecnici ed esempi delle tipologie di scale più utilizzate. Scarica subito i modelli delle diverse tipologie di scale interne (a L, a tenaglia, a chiocciola, ecc.) ed utilizzali come riferimento per il tuo lavoro.

Render di scala interna realizzato con Edificius
Tipi di scala
Le scale possono essere classificate in funzione del materiale adottato:
- scale in c.a.;
- scale in acciaio;
- scale in legno.
I tipi più diffusi di scale in c.a. sono:
- scala a soletta rampante, costituita da una soletta in c.a. armata (una sorta di trave a spessore) sulla quale sono realizzati i gradini. Strutturalmente la soletta poggia su una trave di partenza e una di arrivo;
- scala con trave a ginocchio, costituita da una particolare trave emergente, detta trave a ginocchio per la sua particolare forma a ‘z’, su cui sono innestati i gradini con comportamento a mensola.
Le scale possono essere classificate anche in ragione della pendenza. Una scala può essere:
- a pioli, se è quasi verticale e dunque i gradini fungono da appoggio per i piedi tanto quanto da appiglio per le mani;
- tecnica, se la pendenza è comunque molto elevata (superiore ai 50°); queste scale sono previste per usi occasionali di manutenzione e simili;
- comune, compresa tra i 20° e i 45°; quelle ad uso privato hanno generalmente i valori maggiori di pendenza.

Render di scala interna realizzato con Edificius
Progettazione scale interne, la forma della scala
Lo spazio che si ha a disposizione e la posizione che andrà ad occupare la scala, influiscono sul tipo di forma da adottare.
Sfruttare al meglio un angolo o una parete significa scegliere un modello piuttosto che un altro.
La forma in pianta del corpo scala può essere un poligono regolare o irregolare, un cerchio, un’ellisse, ecc.
I gradini devono sempre essere perpendicolari ai muri della gabbia, in modo che le irregolarità siano concentrate nei pianerottoli.
Il vano scala nella maggior parte dei casi può essere:
- a pianta rettangolare, con spazio sufficiente per due rampe parallele che si incontrano nei pianerottoli di piano o interpiano;
- a pianta quadrata, con la scala che gira intorno al vano ascensore (scala a pozzo);
- a pianta circolare (o in certi casi ellittica), in tal caso si parla di scala a chiocciola.
Scale interne a rampa
Le scale a rampa sono indicate per due situazioni in particolare:
- quando la scala è da addossare a una parete;
- quando occorre sfruttare un angolo.
La scala a rampa può essere:
- con andamento lineare, che è la più comune e utilizzata
- con due rampe ad angolo, spesso composte dallo stesso numero di gradini e interrotte da un piano intermedio (e che nella pianta viene ad assumere forma rettangolare o quadrata)
- con due rampe dritte collegate però da gradini disposti a ventaglio (che in pianto assumeranno un andamento curvilineo)
- con rampe miste, costituite da un tratto curvilineo e da uno rettilineo
Scale interne a chiocciola
Le scale a chiocciola, elicoidali o circolari, sono consigliate quando occorre posizionare la scala al centro di una stanza.
Le scale a chiocciola possono essere di due tipi:
- con i gradini agganciati a un elemento centrale, detto spina o piantone, fissato a terra e a soffitto e con funzione portante;
- senza il sostegno centrale, nel qual caso la struttura della scala viene assicurata a terra e al punto di arrivo.
Hanno un ingombro a terra minimo e sono quindi indicate quando lo spazio a disposizione è limitato. In pianta, le scale a chiocciola possono avere pianta circolare, quadrata o ellittica.

Pianta scala a chiocciola | Modello realizzato con Edificius
I dati che incidono sulla scelta del modello di scala sono:
- differenza tra i due livelli da collegare: quando questa differenza non supera i 250 cm si può utilizzare una scala a rampa continua, quando supera i 300 cm si può utilizzare un modello ad angolo, mentre per altezze maggiori è consigliabile un modello con pianerottolo intermedio che interrompe la salita;
- ingombro che la scala potrà occupare a terra;
- peso della scala stessa e quello che mediamente dovrà sostenere;
- posizione di porte e finestre e di altri elementi che è importante lasciare liberi, per evitare che la scala impedisca aperture e accessi;
- posizione della scala stessa all’interno delle stanze: in un angolo, addossata a una parete, al centro di una stanza.

Progettazione scale interne – Scala a chiocciola realizzata con Edificius
Progettazione scale interne, lo sfalsamento
Uno degli aspetti progettuali più importanti di una scala (e spesso molto sottovalutato) è lo sfalsamento da assegnare alle rampe.
Si definisce sfalsamento la distanza tra l’ultima alzata della prima rampa e la prima alzata della seconda rampa.
Rappresenta un ‘artificio strutturale’ che garantisce una serie di vantaggi (sia estetici che funzionali), primo tra tutto la continuità del corrimano. A livello estetico è assicurato l’allineamento tra gli intradossi delle rampe e l’intradosso del pianerottolo.
La continuità del corrimano all’interno di una scala in un edificio è importante non solo per garantire la sicurezza dei fruitori della scala, ma anche perché offre la possibilità, in caso di presenza di persone disabili, di montare un eventuale montascale.
In funzione delle grandezze geometriche in gioco, è possibile avere 3 tipi di sfalsamento:
- sfalsamento in avanti, quando la prima alzata della seconda rampa si trova più avanti dell’ultima alzata della prima rampa
- sfalsamento indietro, quando la prima alzata della seconda rampa si trova più avanti dell’ultima alzata della prima rampa
- sfalsamento nullo, quando le due alzate risultano allineate
Nel caso in cui d=a/2 (massetto + rivestimento gradino pari alla metà dell’alzata), lo sfalsamento risulta nullo e le alzate delle 2 rampe risultano allineate.
Nella figura sottostante la parte evidenziata in rosso (costituita da massetto + rivestimento) è pari a metà dell’alzata: il risultato ottenuto è proprio uno sfalsamento pari a 0 (l’ultima alzata della rampa di arrivo – alzata 1- è perfettamente allineata alla prima alzata della rampa di partenza – alzata 2).
Progettazione scale interne, normative nazionali e regolamenti edilizi
Gli aspetti normativi, strutturali, ergonomici e di sicurezza per la progettazione delle scale sono regolati dalla Legge 13/1989 e dal dm 236/1989.
- legge 13/1989 (eliminazione delle barriere architettoniche);
- dm 14 giugno 1989 n. 236 (regolamento di attuazione della legge 13/1989);
- dm 10 marzo 1998 (Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro).
È importante tuttavia fare sempre riferimento ai Regolamenti Edilizi Comunali: nella maggior parte dei Comuni le rampe di una scala interna (non considerata per uso pubblico) devono presentare una larghezza minima di 80 cm.
Oltre a prevedere la larghezza della rampa, va considerato il dislivello che si vuole coprire per scegliere la corretta alzata e pedata.
Per costruire una scala interna è necessaria una regolare progettazione del gradino, di conseguenza è opportuno rispettare il rapporto fra alzata (a) e pedata (p): 2a + p = 63 cm.
Da questa formula si deduce che l’alzata ideale è inferiore a 19 cm, mentre la pedata ideale è di 30 cm.
Bisogna precisare però che per usi domestici la pedata può restringersi considerevolmente e sono accettabili alzate leggermente superiori a quella prevista dal regolamento.
Come progettare correttamente la scala
Nel progetto di una scala è opportuno che:
- i gradini siano, almeno per ciascun interpiano, tutti uguali;
- sia previsto un pianerottolo di sosta al massimo ogni 15 gradini;
- i pianerottoli abbiano larghezza non inferiore a quella delle rampe;
- se possibile, impiegare rampe ad asse rettilineo.

Scala a pianta rettangolare
Larghezza delle rampe
La larghezza della rampa è funzione del numero di persone che vi possono transitare contemporaneamente e dell’uso a cui è adibita.
La larghezza delle scale, così come quella dei corridoi, deve essere dimensionata in rapporto al flusso massimo di persone ipotizzabile o determinabile che può attraversarla.
Il flusso di persone massimo viene calcolato nella ipotesi di esodo contemporaneo di tutte le persone che abitano, lavorano o svolgono comunque qualsiasi altro tipo di attività nei locali che hanno accesso dalla scala, rampa o cordonata in esame.
Per la maggior parte dei locali pubblici o aperti al pubblico, la larghezza delle scale in rapporto al deflusso massimo (esodo), così come altre caratteristiche tecniche (rapporto alzata/pedata, caratteristiche delle pavimentazioni, ecc.), viene prescritta da normative specifiche relative alla agibilità di tali locali.
La rampa delle scale interne deve essere larga almeno 80 cm, mentre nel caso di una scala a chiocciola il diametro deve essere almeno di 110 cm. Rispetto al pavimento, l’inclinazione della rampa della scala deve essere compresa fra i 30 e i 60 gradi.
Protezioni
Gli elementi orizzontali o verticali che compongono la ringhiera, devono essere a una distanza massima l’uno dall’altro di 10 cm, mentre il corrimano va posto a 90 cm dai gradini. Nel caso di una balaustra, questa deve essere alta almeno un metro dai gradini.
Per impedire ai bambini troppo piccoli l’accesso alla scala, si possono utilizzare gli stessi cancelletti che si utilizzano per impedire l’uscita dei piccoli su balconi o terrazzi. Si tratta di ringhiere, a volte estensibili per scale di larghezze diverse, che si fissano con ventose a entrambi i lati della rampa oppure si applicano alla scala tramite cerniere laterali. L’apertura di queste protezioni può essere manuale, oppure a serratura o con meccanismo elettronico. Tali protezioni possono essere in legno o in metallo.

Scala a L
Portata
La scala deve essere in grado di sopportare un peso di 400 kg al metro quadro.
Alzata e pedata
Relativamente alla progettazione di alzata e pedata occorre valutare innanzitutto il dislivello da superare.
L’alzata generalmente è compresa tra i 15 e i 17 cm (max 20 cm in scale di servizio), in edifici pubblici (ospedali, scuole) 13-15 cm; la pedata invece è calcolata tramite relazioni empiriche basate sul lavoro svolto dall’utente nell’affrontare il dislivello.
La formula generalmente usata (già citata in precedenza) è quella di Blondel:
2a + p = 62 ÷ 64 cm
in cui a = alzata e p = pedata.
Per scale interne a singoli alloggi il rapporto può essere incrementato come segue:
2a + p = ÷ 65 (valore massimo di a = 23 cm)
E’ consigliabile non superare i 15 gradini a scala e comunque è preferibile avere un maggior numero di gradini piuttosto che alzate troppo grandi, altrimenti le scale risulteranno troppo ripide. Se il gradino poi ha profilo anteriore arrotondato, risulta più pratico e sicuro.

Scala a tenaglia
Quali sono i titoli abilitativi necessari per costruire una scala?
Il titolo abilitativo da ottenere per realizzare una scala dipende dal tipo di intervento che si va a realizzare.
In linea di massima, si può affermare che l’inserimento di una scala interna ex novo, che presuppone la demolizione di una parte del solaio o una modifica strutturale richiede come titolo abilitativo la SCIA. Se l’intervento, invece, riguarda immobili sottoposti a particolari vincoli architettonici o storici, può essere necessario il Permesso di Costruire.
Nell’eventualità in cui l’intervento non implichi modifiche strutturali o si tratti di una semplice sostituzione di una scala esistente, potrebbe bastare la CILA, configurandosi un intervento di manutenzione straordinaria.
Se si tratta infine di una riparazione, conservando pendenza, posizione, sagoma e materiali uguali ai preesistenti, l’intervento può ricadere nell’edilizia libera.
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Progettazione scale interne: 10 cose da ricordare
- Prima di iniziare il progetto è necessario consultare i regolamenti del Comune di riferimento;
- Le norme nazionali di riferimento sono principalmente:
- legge 13/1989 (eliminazione delle barriere architettoniche);
- dm 14 giugno 1989 n. 236 (regolamento di attuazione della legge 13/1989);
- dm 10 marzo 1998 (Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro);
- Le scale devono presentare un andamento regolare ed omogeneo per tutto il loro sviluppo;
- Per ogni rampa di scale i gradini devono avere la stessa alzata e pedata;
- Le rampe devono contenere possibilmente lo stesso numero di gradini, caratterizzati da un corretto rapporto tra alzata e pedata;
- I gradini delle scale devono avere una pedata antisdrucciolevole a pianta preferibilmente rettangolare e con un profilo preferibilmente continuo a spigoli arrotondati;
- Devono essere dotate di parapetto atto a costituire difesa verso il vuoto e di corrimano. I corrimano devono essere di facile prendibilità e realizzati con materiale resistente e non tagliente;
- Le rampe di scale che non costituiscono parte comune o non sono di uso pubblico devono avere una larghezza minima di 0,80 m;
- Le scale comuni e quelle degli edifici aperti al pubblico devono avere i seguenti ulteriori requisiti:
- la larghezza delle rampe e dei pianerottoli deve permettere il passaggio contemporaneo di due persone ed il passaggio orizzontale di una barella con una inclinazione massima del 15% lungo l’asse longitudinale;
- la lunghezza delle rampe deve essere contenuta; in caso contrario si deve interporre un ripiano in grado di arrestare la caduta di un corpo umano;
- il corrimano, di altezza 1 m da terra, deve essere installato su entrambi i lati in caso di utenza prevalente di bambini si deve prevedere un secondo corrimano ad altezza proporzionata;
- è preferibile una illuminazione naturale laterale. Si deve dotare la scala di una illuminazione artificiale, anche essa laterale, con comando individuabile al buio e disposto su ogni pianerottolo;
- le rampe di scale devono essere facilmente percepibili, anche per i non vedenti;
- devono avere una larghezza minima di 1,20 m, avere una pendenza limitata e costante per l’intero sviluppo della scala;
- La progettazione di scale, ad uso pubblico o privato, necessita di calcolo strutturale.

Tavola esecutiva
Scarica il modello 3D BIM (file .edf) del progetto
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Video
In questo video ti mostro come progettare le scale interne, con particolare attenzione alle norme di riferimento e agli altri aspetti fondamentali da considerare.

interessante e di sintesi
E’ VERAMENTE MOLTO INTERESSANTE E CHIARO NELL’ESPOSIZIONE, COMPLIMENTI !
Grazie Renato. E’ sempre estremamente gratificante vedere che gli sforzi compiuti per produrre un valido ed utile prodotto siano apprezzati e che si sia raggiunto l’obiettivo. Grazie di nuovo e continua a seguirci. Buon lavoro
Utilissimo !
Guido, dalla redazione di BibLus-BIM un grazie di cuore per l’apprezzamento. Avere riscontri, per di più estremamente positivi, al proprio lavoro gratifica e stimola a fare sempre meglio. Continua a seguirci. Buon lavoro
Buona sera,
dal momento che queste guide sono molto interessanti sarebbe opportuno farle scaricare come PDF in modo da avere un archivio personale da consultare quando si vuole. Grazie.
Ciao Felice,
anzitutto grazie per gli apprezzamenti che hai voluto dedicarci.
Il tuo suggerimento ci è proprio: in effetti avevamo già pensato di organizzare i pdf delle guide per consentire agli interessati di poterli conservare e consultare. Presto avrai novità al riguardo.
Comunque ci ha fatto molto piacere trovare già condivisione nella nostra idea.
Grazie ancora per l’attenzione con cui ci segui e… continua a seguirci.
Buon lavoro
Molto utile e istruttivo
Grazie Cristina.
Come abbiamo già avuto modo di dire è davvero gratificante riscontrare apprezzamenti per il lavoro fatto.
Il tuo giudizio, come quello di tutti quanti abbiano voluto esprimerlo, ci sprona a continuare con ancora maggiore entusiasmo.
Grazie ancora e continua a seguirci. Buon lavoro.
Articolo molto chiaro e interessante. Mi resta un dubbio in merito al numero massimo di gradini per rampa. Nella prima parte dell’articolo viene specificato “sia previsto un pianerottolo di sosta al massimo ogni 15 gradini”. Alcune righe dopo si afferma invece che “E’ consigliabile non superare i 15 gradini a scala”. Questo limite è previsto dalla normativa o si tratta di una raccomandazione per rendere agevole la salita/discesa? Grazie
Bianca,
anzitutto grazie per i complimenti e l’apprezzamento, per noi stimolo a continuare e migliorarci.
In merito alla tua perplessità possiamo dire che in entrambe le frasi l’indicazione è stata data come consiglio: infatti nella prima abbiamo detto “è opportuno che sia previsto un pianerottolo di sosta al massimo ogni 15 gradini”, nella seconda, come da te riportato, che “è consigliabile non superare i 15 gradini a scala”.
In ogni caso considera che la legge 13/89 si limita a dire che la lunghezza delle rampe deve essere “contenuta; in caso contrario, si deve interporre un ripiano in grado di arrestare la caduta di un corpo umano”.
In pratica, in mancanza di direttive specifiche, sembra che l’unica regola sia il buon senso: è utile tuttavia sempre consultare regolamenti edilizi del comune e regolamento ASL.
Generalmente si consiglia di interrompere la rampa ogni 12/15 alzate: va tenuto conto che se l’intervento è soggetto a normativa antincendio per le scale esterne sono vietate rampe con più di 15 gradini.
Buon lavoro e continua a seguirci.
Grazie mille per aver condiviso un articolo così straordinario. Esattamente quello che stavo cercando. Mantenere il buon lavoro
Grazie a te per l’apprezzamento che ci manifesti: è stimolo a continuare e a migliorarci sempre di più.
Continua a seguirci. Buon Lavoro
Grazie per l’articolo molto interessante. Mi domandavo: in una scala non ad uso pubblico (interna a servizio di abitazione principale), la larghezza minima di 80cm è da calcolare come larghezza del gradino o “da muro a passamano”? Grazie
Ciao Pasquale,
come evidenziato nell’articolo è importante fare riferimento al Regolamento Edilizio comunale.
In linea generale la larghezza minima è la larghezza del gradino.
Tuttavia bisogna anche considerare che tale misurazione varia anche in base alla struttura della scala e dalla tipologia di corrimano.
Il mio consiglio è di rivolgerti all’ufficio tecnico del Comune per avere maggiori, e più specifici, chiarimenti.
Grazie mille
Buongiorno,
mi chiamo Maria, devo progettare delle scale ad uso interno e non uso comune, che collega due piani in un appartamento a Milano.
Dal regolamento edilizio di Milano, non si evince quanti gradini consecutivi posso fare, mi saprebbe aiutare?
Grazie
Maria
Buongiorno Maria,
grazie a te per l’attenzione con cui ci segui.
In merito alla domanda, possiamo dire che il numero di gradini consecutivi deve essere compreso tra un minimo di 3 ed un massimo di 15: questo è quello che richiede la normativa antincendio… alcuni regolamenti edilizi e/o asl fissano il tetto massimo di gradini per ogni rampa a 10.
Il dm n.236/1989 non dice nulla in merito al numero massimo dei gradini, anche se la norma UNI 10804:99 indica per le scale a giorno (sia comuni che private) un numero massimo di gradini pari a 15. Senza andare troppo nel dettaglio, si può anche dire che una rampa con 12-15 gradini consecutivi rientra tra le “buone pratiche”.
Continua a seguirci e buon lavoro.