Come progettare un parcheggio

Progetto parcheggi: normativa, dwg e pdf relazioni tecniche

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Un pratico esempio di progetto di parcheggi con riferimenti normativi, relazione tecnica antincendio in pdf e schemi da scaricare gratis

Devi progettare un parcheggio? Vuoi sapere quali sono le dimensioni e le norme da rispettare? Seguimi in questo focus: ti spiego tutto quello che è utile sapere nella progettazione di un parcheggio e ti fornisco anche un modello 3D completo di file DWG.

Prima di iniziare, puoi già scaricare il modello 3D del parcheggio e dei diversi schemi (parcheggio a pettine, spina di pesce, in linea, ecc.) per ottenere tutti gli elaborati grafici necessari al tuo progetto (piante, sezioni, viste 3D, render, ecc.).

render fotorealistico del progetto parcheggio realizzato con Edificius

Come progettare un parcheggio | Render fotorealistico del progetto realizzato con Edificius

edificius

Parcheggio: definizione e tipologie

Il parcheggio è uno spazio appositamente progettato per tutti gli utenti della strada in modo che possano parcheggiare i loro veicoli in sicurezza. E’ quindi un luogo, uno spazio o una zona adibito alla sosta di veicoli.

I parcheggi, anche se oggi può sembrare scontato, trovano la propria ratio nella finalità di salvaguardia dell’ordine pubblico nella regolamentazione delle attività stradali: la deposizione di veicoli per la sosta è perciò disciplinata mediante la previsione di questi spazi idonei a ciò riservati e dall’uso obbligatorio degli stessi, per evitare che un eventuale abbandono disordinato e casuale dei veicoli possa produrre il blocco della circolazione stradale.

Render progetto parcheggio realizzato con Edificius

Render progetto parcheggio

A giusta ragione, quindi, il progetto di parcheggi rappresenta un aspetto importante del sistema della mobilità urbana: contrariamente a quanto si crede, infatti, la fluidità della circolazione è fortemente influenzata dalle condizioni della sosta.

In questo articolo parlo del progetto di parcheggi riferendoci ad esso nell’accezione più generale del termine. Non posso però omettere di riportare almeno la corretta distinzione terminologica:

  • parcheggio: spazio riservato alla sosta di più autoveicoli sulle strade e piazze urbane, in aree fuori dalla sede stradale in strutture o locali con la movimentazione del veicolo eseguita dal guidatore;
  • garage: locale o struttura adibita alla sosta di uno o più autoveicoli con la movimentazione del veicolo eseguita dal guidatore;
  • autorimessa: locale o struttura adibita alla sosta di più autoveicoli con la movimentazione del veicolo eseguita dal personale addetto;
  • autosilos: volume destinato alla sosta degli autoveicoli con la movimentazione eseguita a mezzo di dispositivi meccanici.

Progettazione parcheggi: normativa

La regolamentazione giuridica delle aree destinate a parcheggio trova dunque fondamento nelle esigenze di natura urbanistica determinate dal degrado ambientale prodotto dalla sosta degli autoveicoli nei centri urbani.

Sulla scorta di questa valutazione la legge n. 765 del 1967 (cosiddetta legge Ponte), all’art. 18, ha introdotto nella legge urbanistica (legge n. 1150/1942), l’art. 41 sexies, prescrivendo che “Nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle stesse, debbano essere ricavati appositi spazi per parcheggio in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni venti metri cubi di costruzione“.

Fondamentali nel progetto di parcheggi sono i rapporti minimi fra destinazioni e spazi da riservare a parcheggio, così come previsti dalla legge (l. 765/67, dm 1444/68, l.122/89 art.2)

LocalizzazioneArea per parcheggio (mq)Ogni
Nuove costruzioni (in aggiunta ai valori seguenti)110 mc di costruzione
Insediamenti residenziali
Zona A e B1,251 abitante
Zone C2,51 abitante
Commerciale o direzionale
Zona A e B20100 mq di superficie lorda degli edifici
Nuovi insed.40100 mq di superficie lorda degli edifici
Industrie o assimilati10% del totale dell’area destinata a spazi pubblici

In tema di progettazione di parcheggi ti suggerisco alcuni utili riferimenti normativi:

  • d.m. 1444/68 (standard urbanistici);
  • d.m. 1/2/1986 (sicurezza antincendio);
  • legge n. 122/89 (legge Tognoli);
  • d.lgs. n. 285/92 (codice della strada) e direttive attuative;
  • d.m. n. 6792/01 (norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade);
  • legge n. 246/05;
  • d.l. n. 5/12 (decreto Semplifica Italia);
  • d.l. n. 69/13 (decreto del fare).
Testata Relazione tecnica antincendio

Testata Relazione tecnica antincendio

 

Scarica l’esempio di relazione tecnica antincendio in PDF

Classificazione di parcheggi

In base alla forma architettonica classifichiamo i parcheggi in:

  • coperti – sono aree chiuse appositamente progettate per i veicoli di parcheggio. In un luogo chiuso o nel seminterrato di un edificio possono ospitare sia auto che motocicli. Il parcheggio chiuso è composto da diversi livelli o piani ed il passaggio da un livello all’altro è garantito dalle rampe;
  • aperti – i parcheggi esterni sono spazi a un piano, appositamente progettati per i veicoli di parcheggio. Molto economici, non hanno bisogno di ventole e utilizzano la luce naturale come illuminazione, a differenza dei parcheggi coperti che consumano molte più risorse (lampade, prese d’aria, ventilatori, ecc.). Una delle caratteristiche che deve possedere un parcheggio esterno è l’arredo verde, che serve: per mascherare le automobili, per il mantenimento del microclima, per la creazione di un movimento, per l’attenuazione delle temperature estive e come barriere cromatiche e architettoniche.

I parcheggi possono essere classificati anche in base alla funzione che svolgono, al rapporto col contesto urbano e con la circolazione stradale.

Distinguiamo:

  • parcheggi terminali, utilizzati per soste molto lunghe;
  • parcheggi scambiatori, collocati ai margini del centro urbano, costituiscono i nodi di scambio all’interno del tessuto urbano;
  • parcheggi a rotazione, destinati agli utenti che compiono brevi soste.

Ancora, un’area o un edificio adibiti a parcheggio possono essere strutturati in due modi, in rapporto alla dimensione e alla forma dell’area da adibire a parcheggio:

  • a sviluppo orizzontale (parcheggi in superficie, a raso o a livello);
  • a sviluppo verticale (parcheggi interrati, in elevazione, misti).
Rendere che mostra il progetto di un parcheggio

Progetto parcheggio multipiano realizzato con Edificius

Tra i parcheggi a sviluppo verticale distinguiamo:

  • autorimesse a rampe, suddivise in:
    • a rampe rettilinee a senso unico (sui lati opposti del piano di parcheggio, sullo stesso lato del piano di parcheggio, tra piani sfalsati);
    • a rampe rettilinee a doppio senso (sui lati opposti del piano di parcheggio, sullo stesso lato del piano di parcheggio, tra piani sfalsati);
    • a rampe elicoidali a senso unico (continue: sovrapposte o concentriche; discontinue: separate e sovrapposte);
    • a rampe elicoidali a doppio senso (continue; discontinue e sovrapposte);
  • autorimesse meccaniche o autosilo, suddivise in:
    • automatizzate (a stallo fisso, a stallo mobile, miste);
    • semiautomatiche (con montacarichi centrale, con elevatore di stalli, con piattaforme traslanti, miste con trasloelevatore).
Sezione renderizzata del progetto di un parcheggio realizzato con Edificius

Progetto parcheggio multipiano | Sezione longitudinale renderizzata

Ovviamente una tipologia non è migliore di un’altra in senso assoluto. In linea generale, però possiamo considerare che lo sfruttamento a raso delle aree è quello più economico al punto di vista del costo dell’impianto e della manutenzione, ma poco conveniente dal punto di vista dello sfruttamento dell’area.

La realizzazione in sotterraneo, invece, seppur giustificata dal punto di vista dello sfruttamento dell’area superficiale, risulta di maggiore onerosità costruttiva, implicando non solo le opere di scavo ma anche quelle di impermeabilizzazione che fanno lievitare notevolmente i costi.

Il parcheggio che appare il più razionale dal punto di vista dell’utilizzazione dell’area e dei costi è quello in elevazione che, però, presenta il problema non trascurabile di doversi inserire come un nuovo edificio tra quelli esistenti (ciò, spesso, nei centri urbani è molto difficile).

Schemi di parcheggio

Il dimensionamento di base di spazi destinati al ricovero o alla sosta degli autoveicoli deve partire dalle dimensioni d’ingombro di un’automobile e dei relativi spazi di manovra.

Le dimensioni medie di un’automobile europea è pari a 4.50 m di lunghezza per 1.80 di larghezza, con una tendenza all’aumento. Pertanto le dimensioni medie di un posto auto (stallo) sono pari a circa 5 m di lunghezza per 2.50 di larghezza.

 

Clicca sulle immagini per scaricare subito il file del parcheggioparcheggi dwg

L’attuale normativa di sicurezza per il progetto di parcheggi, autorimesse o simili (art. 3.6.3. del dm 1/2/1986) prescrive una larghezza minima della corsia di 4,50 m e di 5,00 m nei tratti antistanti ai box o i posti auto ortogonali alla corsia. Le norme di buona pratica (vista la tendenza all’aumento delle dimensioni delle vetture) prevedono una dimensione maggiorata di 0,50 – 1,00 m.

Se lo spazio di manovra del parcheggio non ha una larghezza di almeno 6,00 metri, come previsto dal decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti, del 05/11/2001 sulle “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”, diventa obbligatorio prevedere un’inclinazione per i posti auto.

L’angolo di inclinazione dello stallo nei confronti del senso di marcia della corsia di accesso può essere:

  • di (parcheggio in linea o a nastro, paralleli al senso di marcia della corsia di accesso) – il più utile soprattutto in ambito urbano, visto che occupa poco spazio in senso trasversale;

parcheggi dwg

 

  • di 90° (parcheggi a pettine, perpendicolari al senso di marcia della corsia di accesso) – conveniente quando si hanno due file servite da una sola corsia mediana;

parcheggi dwg

  • di 30°, 45° o 60° (parcheggi a spina di pesce, inclinati in modo vario rispetto al senso di marcia della corsia di accesso);
    • a 30° è utilizzabile quando esiste una corsia molto stretta;
    • a 45° è usata specialmente nelle autorimesse per il buon rendimento delle superfici disponibili;
    • a 60° quando c’è un’unica fila servita da un’unica corsia.
parcheggi dwg

Parcheggi a spina di pesce inclinati di 30°
parcheggi dwg

Parcheggi a spina di pesce inclinati di 45°
parcheggi dwg

Parcheggi a spina di pesce inclinati di 60°

Tali differenziazioni comportano la possibilità di variare architettonicamente il disegno del piano di parcheggio, risparmiando spazio a parità di posti auto o aumentando il numero di posti disponibili a parità di spazio fruibile.

Le principali differenze tra le tipologie sopra citate a parità di numeri di posti auto, sono:

  • dimensione totale del parcheggio: il parcheggio più economico dal punto di vista dello spazio necessario, è senza dubbio quello a pettine seguito, con un incremento di spazio necessario pari a circa il 25%, da quello a nastro. I parcheggi a spina di pesce hanno uno scarto percentuale tra loro di circa il 10% ed occupano meno spazio più è grande l’angolo di inclinazione rispetto alla corsia di accesso;
  • velocità e facilità con la quale si manovra, ossia come si entra ed esce dal posto auto. Si è riscontrato che il posto auto perpendicolare al senso di marcia all’interno della corsia è quello più problematico dal punto di vista della manovra e quindi dei tempi di utilizzo; in questo senso i parcheggi più funzionali sono senza dubbio quelli a spina di pesce.

Elemento fondamentale per la corretta progettazione del parcheggio è lo spazio destinato alla circolazione dei veicoli all’interno dei piani di parcheggio.

Ciò che influenza la dinamica del parcheggio non è solo la lunghezza delle corsie e la velocità tenuta nel percorrerle, ma è la percentuale di manovra in retromarcia. Si pensi che nel caso di corsia a senso unico, tale percentuale è di circa il 30% per lo stallo a 90° e di circa il 10% per stalli inclinati a 70°.

La maggior efficienza degli stalli inclinati è garantita se il senso della circolazione è tale da aiutare il veicolo ad imboccare in marcia avanti il posto libero.

Progetto di parcheggi per disabili

Gli stalli per i disabili devono avere una larghezza di almeno 3,20 m. Devono essere posizionati in adiacenza ad un percorso pedonale senza interruzioni alla comunicazione e le aree carrabili devono essere alla stessa quota, con dislivello max 2,5 cm con pendenza trasversale max del 5%.

Deve essere inoltre previsto uno spazio libero a destra e sinistra del veicolo parcheggiato in modo da consentire la completa apertura delle portiere.

Occorre prevedere almeno 1 stallo per disabili per ogni 50 posti auto o frazione. Questo significa che in un parcheggio che deve ospitare 60 posti auto, occorre prevedere almeno 2 posti riservati ai diversamente abili.

Inoltre, se vi sono dislivelli tra zone pedonali e stalli (max 15 cm) occorrono rampe di raccordo con pendenza max 15% e devono essere previste segnalazioni orizzontali e verticali opportune.

Immagine che mostra il progetto di un posto auto per diversamente abili

Dimensioni posto auto per diversamente abili

Pavimentazione

Per quanto riguarda il manto superficiale di pavimentazione di superfici destinate a parcheggio, non v’è dubbio che la soluzione più economica resta quella del manto in conglomerato bituminoso, in continuità con le caratteristiche della maggior parte delle sedi stradali.

Tuttavia occorre rilevare che tale soluzione risulta poco idonea nel caso di aree di particolare pregio e/o delicatezza ambientale e paesaggistica: in questi casi possono essere considerati sistemi di pavimentazione in “terra battuta”, terra battuta con manto di ghiaia, terra battuta trattata con “testa di travertino”.

Vanno ancora considerati materiali di pavimentazione composti da impasti di cemento e inerti di varia pezzatura (betonelle), autobloccanti continui o “a griglia”, dai costi non sostenuti, che permettono accettabili valori di permeabilità.

Oltre le specifiche soluzioni progettuali, le superfici dei parcheggi possono essere rifinite con altri materiali ricorrenti nelle pavimentazioni esterne, come lastre di pietra, cubetti autobloccanti di pietra, lastre di cemento e ghiaia appoggiate su letto di sabbia o fissate su apposito massetto, ecc.

Progetto di parcheggi multipiano

Il parcheggio interrato o fuori terra consiste in una serie di piani sovrapposti l’uno all’altro, orizzontali o inclinati, collegati tra loro mediante rampe di vario tipo (rettilinee o elicoidali) o mediante automatismi meccanizzati che muovono le autovetture (autosilo).

Prima di affrontare le problematiche relative al progetto dei parcheggi, è utile ricordare che davanti all’ingresso di qualsiasi immobile ad uso parcheggio (interrato o sopraelevato) è opportuno indicare, con cartelli segnaletici, l’altezza massima dei veicoli che possono entrare.

Sezione renderizzata del progetto di un parcheggio realizzato con Edificius

Progetto parcheggi | Sezione renderizzata

All’interno di un piano di parcheggio, la disposizione delle strutture verticali, pilastri o setti in cemento armato, deve essere realizzata in modo da garantire gli spazi minimi delle corsie e degli stalli per poter realizzare le necessarie manovre.

I parametri che entrano in gioco nell’organizzazione del layout interno dell’autorimessa sono quindi:

  1. l’ampiezza della corsia;
  2. la lunghezza;
  3. l’inclinazione degli stalli.

Partendo dal presupposto che se si posizionano gli stalli inclinati rispetto alla corsia, è buona norma che la stessa sia a senso unico di marcia e che se gli stalli sono perpendicolari alla corsia, aumenta notevolmente la dimensione minima della corsia, si può riassumere quanto segue:

  • stalli inclinati tra 45° e 60° necessitano di una corsia tra i 3,50 e i 4,20 m;
  • stalli inclinati tra 70° e 80° necessitano di una corsia tra i 4,70 e i 5,30 m;
  • stalli perpendicolari alla corsia necessitano di una corsia di 7 m se a doppio senso di marcia e di 6 m se a senso unico.

In tutti i casi si può considerare che le misure dello stallo sono tra i 4,5 e i 5,0 m di lunghezza e i 2,3 e 2,5 m di larghezza.

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Le rampe che collegano i vari piani di parcheggio possono essere semplici, doppie, rettilinee, continue, discontinue interne o esterne alla struttura, a senso unico di marcia, a doppio senso.

Nel progetto di parcheggi occorre ricordare quanto previsto dal dm 1° febbraio 1986, che fissa alcune caratteristiche delle rampe, quali la pendenza massima e la larghezza.

Per le rampe di collegamento il limite massimo di pendenza è fissato nel 20% e la larghezza minima è di 3 m nel caso di senso unico e di 4,5 m nel caso di doppio senso. Nel caso di autorimesse con capacità tra 15 e 40 posti auto, è consentito l’utilizzo di una rampa di 3 m di larghezza a doppio senso di marcia, purché tale senso di marcia sia alternato e regolato da impianto semaforico.

Le rampe devono avere un’inclinazione leggermente variabile nei punti di raccordo con le superfici orizzontali, onde evitare di creare un angolo troppo accentuato che potrebbe causare contatti con il fondo delle vetture; di norma tali raccordi si realizzano secondo archi di circonferenza aventi raggio di 30 metri.

Se la pendenza della rampa è superiore al 10% (una pendenza fino al 15% è generalmente ammessa) è necessario che nei tratti terminali, ossia in corrispondenza delle superfici orizzontali, la pendenza sia dimezzata per uno sviluppo orizzontale di circa 4 m.

La tipologia di rampa che permette di utilizzare al meglio le prescrizioni della normativa è sicuramente quella rettilinea poiché, a parità di dislivello, ha un ingombro decisamente minore potendo utilizzare una pendenza tra il 15 e il 20%, mentre quella elicoidale, per rispetto dei limiti previsti dal sopra citato D.M. 1° febbraio 1986, deve garantire un raggio minimo di percorrenza di 7 m se a senso unico e di 8,25 m se a doppio senso; pertanto si ottiene uno sviluppo tale da ridurre la pendenza tra il 10 e il 13%.

Un’altra questione progettuale che occorre affrontare è quella relativa alla scelta tra l’alternativa “interrata” e quella “fuori terra”.

Dal punto di vista funzionale entrambi i tipi di autorimessa garantiscono un elevato numero di posti auto rispetto al parcheggio a raso, poiché in questi casi si possono utilizzare più piani e quindi, a parità di area planimetrica a disposizione, si perde dello spazio per le rampe ma si realizza in verticale un numero decisamente maggiore di posti auto.

Come progettare un parcheggio - Render realizzato con Edificius

Come progettare un parcheggio | Render realizzato con Edificius

Dal punto di vista ambientale e architettonico, poi, il parcheggio interrato comporta un tipo di impatto ambientale decisamente limitato alle aree d’ingresso e d’uscita delle autovetture dallo stesso, mentre il parcheggio multipiano fuori terra va studiato con più attenzione poiché risulta un vero e proprio nuovo edificio visibile a tutti cittadini che va integrato con il resto degli edifici presenti.

Le autorimesse interrate sono fondamentali nel caso di carenza di aree libere in superficie e per motivi di impatto ambientale: permettono spesso di ottimizzare la sistemazione superficiale di vie o piazze al di sotto delle quali viene realizzata l’autorimessa e nel caso di parchi o zone di pregio ambientale si possono realizzare costruzioni interrate che lasciano praticamente inalterate le condizioni superficiali (sistema dello scavo cieco con il quale solitamente vengono realizzate le grandi infrastrutture nel sottosuolo di città come per le metropolitane).

Si può quindi definire la costruzione di un’autorimessa interrata come un momento che non altera la realtà in superficie del luogo ove viene inserita o comunque un momento di riorganizzazione e ripristino di piazze o strade della città.

Conclusioni

Il progetto dei parcheggi è sempre uno studio che deve trovare proprie soluzioni funzionali e organizzative.

L’ideale sarebbe organizzare i parcheggi con un ingresso ed un’uscita separati e di regolare le corsie di manovra a senso unico con le seguenti attenzioni di segnaletica per una corsia di manovra larga 6 metri:

  • segnalare a terra, con righe discontinue, la corsia centrale di circolazione dei veicoli con una larghezza di 3,00 metri che consentirà di ridurre o annullare il comportamento irregolare di circolare “contromano”;
  • ai lati rimangono due corsie di 1,50 metri ciascuna, che avranno la funzione di:
    • spazio di protezione e maggiore visibilità tra i veicoli che circolano nella “corsia centrale” di 3 metri e quelli che escono dai posti auto;
    • spazio per il camminamento dei pedoni (purtroppo quasi sempre i parcheggi sono privi degli specifici marciapiedi di raccolta di tutto il movimento pedonale);
    • spazio utile per le funzioni di carico della merce (comportamento diffuso nei parcheggi dei supermercati).

Questa organizzazione del parcheggio facilità il comportamento di tutti gli utenti, aumenta la sicurezza e riduce le criticità soprattutto nelle grandi aree di parcheggio e nei momenti di maggiore afflusso.

Come progettare un parcheggio

Il progetto in esame è un particolare progetto di parcheggio multipiano.

L’edificio, che può ospitare fino a 600 posti auto e si sviluppa su una superficie di circa 13.200 mq, ha una struttura in cemento armato, struttura in acciaio zincato ed è rivestito in legno di abete verticale che varia in angolo e spaziatura per creare un effetto a catena.

La facciata in legno è punteggiata da aperture a forma di occhio che offrono una vista sulla città e dietro le quali nuove piantine crescono fino a formare giardini pensili.

Piccole variazioni visive sono state create utilizzando un singolo modulo a doghe di abete retinato. Ciò si ottiene regolando il ritmo e l’angolazione delle lamelle, allontanandosi dalle facciate, utilizzando solidi e vuoti e incorporando luce e trasparenza nella costruzione.

parcheggi dwg

Questi elementi creano facciate dinamiche e vivaci che danno al parco auto un’immagine forte all’interno del tessuto urbano della città.

 

Scarica il modello 3D BIM del parcheggio

 

Ti ricordo che puoi visualizzare il modello 3D di progetto anche senza scaricarlo sul tuo pc, utilizzando un BIM viewer online. Non devi scaricare nessuna applicazione, basta solo cliccare sul link del modello 3D che ti ho messo a disposizione e poi sull’icona dello schermo in corrispondenza del file per iniziare la navigazione del modello. Dal file 3D puoi ottenere tutti gli elaborati grafici che ti servono (piante, sezioni, render, ecc.), utilizzando le apposite applicazioni del sistema integrato usBIM.

Progetto parcheggi: come realizzarli con un software BIM (video)

 

 

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