Impennata degli appalti pubblici in BIM: nel 2018 +428%
Il rapporto OICE sull’andamento delle gare di opere pubbliche che prevedono l’uso del BIM mostra che nel 2018 il valore delle gare BIM si è quadruplicato!
L’OICE, l’associazione di categoria che fa capo a Confindustria e rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, ha pubblicato l’annuale “Rapporto sulle gare BIM per opere pubbliche“.
Il risultato che balza subito all’occhio è più che incoraggiante: nel 2018 i bandi BIM sono cresciuti di valore del +428% , rispetto la 2017.
2017, l’anno zero del BIM
Il Rapporto OICE è un’analisi del mercato delle gare di opere pubblicate realizzate in Italia. Nel documento si evidenzia come, considerando i soli numeri del BIM in Italia, il 2017 va considerato come l'”anno zero“, poiché ha rappresentato l’anno in cui si sono iniziati a diffondere, in maniera consistente, le gare di appalto pubbliche che prevedono l’uso del BIM quale requisito imprescindibile.
Sappiamo che l’introduzione tecnologica del BIM nel mercato delle costruzioni italiane è avvenuta ben prima del 2017: ciò nonostante il 2017 rappresenterà una pietra miliare in termini di reale diffusione del BIM.
Perché dal 2017 sono iniziati, in maniera sistematica, convegni, forum, seminari, e quant’altro abbia incrementato nel mercato-Italia il livello di consapevolezza e conoscenza della tematica. Ma soprattutto perché il 2017 è stato l’anno in cui il legislatore italiano ha iniziato a normare sul tema: è del gennaio 2017 infatti il dm n. 560/2017, conosciuto appunto come Decreto BIM.
Il decreto ha fissato la road-map relativa all’introduzione obbligatoria del BIM nell’ambito delle gare pubbliche in Italia; road-map che ha avuto come punto di partenza il 1° gennaio 2019, data a partire dalla quale l’uso del BIM negli appalti pubblici è obbligatorio per le opere il cui costo è oltre i 100 milioni di euro.
Andamento delle gare BIM 2015-2018
Il boom del 2018
Nel 2018 siamo finalmente di fronte a quella che può definirsi una “domanda” di mercato; se, infatti, nel 2017 le gare pubbliche con richiesta di BIM sono state solo 83 (ossia meno del 2% delle gare), nel 2018 si è arrivati a oltre 260, ossia il 300%, che diventa il 428% se ragioniamo in termini di valori delle gare.
L’evoluzione quantitativa è anche accompagnata da un’evoluzione qualitativa dei contenuti, in particolare quando si cerca di dare al capitolato informativo una struttura più articolata e meglio orientata a definire cosa si intenda per BIM.
È anche da evidenziare, però, come siano ancora da sviluppare, in modo più compiuto, tutti gli elementi che dovrebbero caratterizzare un processo ispirato ai principi di Information Management e caratterizzato da un effettivo miglioramento dell’efficacia delle decisioni prese grazie ad una migliore qualità delle informazioni utilizzate.
Questi principi sono oggi compiutamente formalizzati nelle norme ISO 19650-1 e 2 ormai disponibili ed è pertanto ragionevole ipotizzare un’ulteriore evoluzione dei contenuti dei capitolati in un processo di standardizzazione ispirato a tali norme.
L’esame dei bandi emessi nel 2018 e oggetto del report, è stato effettuato confrontando le strutture dei bandi e riferendole ad un possibile template ispirato alle norme ISO 19650, UNI 1337 (versione attuale emessa prima delle ISO), e alle linee guida rintracciabili nelle best practice internazionali.
E’ stato seguito lo stesso metodo utilizzato per elaborare, con i progetti pilota BIM OICE, gli schemi di template BEP utilizzati in quei progetti, ipotizzati come risposta ad ipotetici EIR.
Occasioni e potenzialità future
Certamente la già lamentata assenza dei due decreti attuativi dell’articolo 23 del codice degli appalti (che in modo cross referenced dovrebbero trattare sia i livelli di progettazione richiesti, quindi le informazioni da sviluppare nelle varie fasi, in particolare della progettazione, l’altro sulla digitalizzazione e quindi sul processo di sviluppo delle informazioni con livelli di digitalizzazione crescente) rappresenta un ostacolo da superare con estrema urgenza.
L’emissione delle norme ISO 19650 1 e 2 e la necessità conseguente di uniformare ad esse tutti gli strumenti normativi nazionali subordinati, potrebbe costituire un’occasione da non sprecare. L’occasione potrebbe concludersi con la definizione di un template di capitolato speciale e dell’appendice capitolato informativo che, per essere basato anche su norme internazionali, avvantaggerebbe la nostra capacità di interlocuzione sui mercati internazionali.
Un’annotazione a parte merita l’obiettivo di estendere il “BIM” alla fase di direzione lavori.
In questo caso non è ipotizzabile farlo senza creare, anche nel capitolato di appalto per le attività di costruzione, gli adeguati presupposti affinché si possano sviluppare le informazioni necessarie a trasformare il Design Model (alla fine della progettazione) in Record Model (alla fine della costruzione) e si possano permettere alla DL i controlli richiesti sulle sequenze costruttive, sugli avanzamenti, sul flusso dei materiali, come ipotizzato in alcuni dei capitolati esaminati o come ormai praticato nello sviluppo della digitalizzazione dei processi di Construction Management e dell’estensione del BIM alle fasi di costruzione.
Il coordinamento tra capitolato di appalto e disciplinare servizi DL permetterebbe di pianificare i flussi informativi, di definirli nei contenuti necessari, nella tempistica della loro produzione e nelle responsabilità di ciascuno per rendere più efficaci i processi di cantiere di Construction Management, di Alta Sorveglianza, di DL, ma anche di collaudo.
Nei seguenti grafici riassumiamo gli aspetti principali del rapporto OICE:
GARE BIM: tipologie di gare
GARE BIM: distribuzione sul territorio nazionale
GARE BIM: stazioni appaltanti
GARE BIM: tipologia dei lavori
Clicca qui per scaricare il rapporto OICE sul BIM

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